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“Allenare”, la mia lezione al Corso Allenatore Nazionale di Bormio 2015

Quest’anno al Corso Allenatore Nazionale di Bormio,  ho svolto un intervento in cui ho portato agli allenatori le testimonianze dei grandi Maestri che mi hanno accompagnato ed il mio modo di intendere il più bel lavoro del mondo: Allenare!

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Il video completo della lezione

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Le slide della lezione

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La visione di Bianchini e Tavcar

La prima volta di Ettore

Un canestro in più o in meno

Campioni d’Europa

Hi Roberto, I’m Coach Smith…

Estate 1997, allenavo a Fabriano, eravamo alla ricerca di un playmaker. Un amico olandese mi propose il nome di Jeff McInnis, le informazioni erano contrastanti: un giocatore di classe superiore ma di difficile gestione.
Decisi di telefonare a Coach Dean Smith che lo aveva allenato a North Carolina, rispose la sua segretaria, si ricordò della mia visita nel 1998 ma Coach Smith non era in ufficio, avrebbe riferito della mia telefonata. Dopo un paio d’ore squillò il cellulare e… “Hi Roberto, I’m Coach Smith...” Stavo svenendo! Mi stava chiamando direttamente lui, un mito, si ricordava perfettamente di quella lontana visita, mi diede informazioni molto chiare (lasciammo perdere, non era proprio il caso) nel chiudere la telefonata mi chiese di salutare il suo grande amico Sandro Gamba.
Oggi se ne è andato, ad 83 anni, in silenzio circondato dall’affetto della sua famiglia e delle centinaia di giocatori e coach che devono a lui tanto se non tutto, insegnamenti di vita oltre che di sport.
IMG_1012In quei giorni passati a UNC fu di una disponibilità incredibile, ci aveva assegnato un suo assistente per spiegare tutto ciò che veniva fatto in campo, ci accompagnava nella loro videoteca, ci dava i piani di lavoro.
Negli allenamenti eravamo posizionati nel primo anello, non dovevamo sentire le chiamate delle difese e dei giochi, erano segrete, ma c’era chi stava peggio, sistemato nell’ultimo anello dell’impianto, da lì era difficile anche vedere… La posizione dipendeva dal livello di importanza degli ospiti.
In campo era uno spettacolo, un’organizzazione incredibile, tra assistenti e manager, era tutto preordinato. Una per tutte: un manager doveva essere sempre nel suo cono visivo per alzare un braccio quando finiva il tempo dedicato ad un esercizio!
Ci portò a pranzo, ero con Giorgio Montano e sua moglie Lulù, ci sembrava di essere in un film: gentile, disponibile, allegro: come tutti i Grandi, di una semplicità imbarazzante!
Lo rividi nel 1993, quando vinse, inaspettatamente, le Final Four a New Orleans, grazie alla incredibile stupidaggine di Chris Webber. In quell’occasione lo incontrai insieme a Pete Newell, due incommensurabili maestri!
Tante delle mie vittorie sono legate alla sua Point Zone ed alla variante press a metà campo che Ettore Messina mi insegnò, Ettore era un suo allievo prediletto.
Oggi è scomparso un uomo che ha scritto pagine indimenticabili di basket, allenando giocatori straordinari, Michael Jordan per tutti, lascia un vuoto incredibile, paragonabile a quello lasciato da John Wooden, ma resterà vivo per sempre, nei ricordi e nell’esempio dei suoi giocatori e dei suoi assistenti, perchè negli USA. la memoria dei padri è un fondamento della cultura. In questo noi italiani dovremmo imparare tanto!

Vi inserisco il link dell’articolo di ESPN con l’intervista a Dick Vitale, vale veramente la pena, leggere ed ascoltare!
intervista a Dick Vitale su ESPN