Sono stati due giorni intensi in cui questi sentimenti si
sono alternati in me, condivisi con le persone che ho incontrato, la famiglia
Taurisano, la grande famiglia del basket, tutti coloro che hanno voluto
salutare il Tau per l’ultima volta.
Una persona su tutte, Mamma Tau, come io la chiamo,
l’adorata moglie Germana, che è riuscita lei a dare a noi tutti la forza, una
vitalità straordinaria trasmessa con gli occhi e con le parole, fino all’ultimo
“Ciao Papi”.
Fin da sabato quando tanti giocatori ed amici sono venuti a
vederLo, lei era felice dell’affetto che tutti avevano per il Tau, partecipe
con noi di mille ricordi degli anni passati insieme e forte come una roccia.
In chiesa c’erano tante persone, la Pallacanestro Cantù al
completo, dal Presidente Allievi ai giocatori cresciuti con il Tau, Pierlo,
Charlie, Farina, Merlati, Della Fiori, tanti altri che faticavo a riconoscere,
Valerio Bianchini, il suo assistente, che ha sublimato i suoi insegnamenti con
le vittorie e la capacità di formare atleti ed allenatori. Tanti amici, qualche
tifoso napoletano, Pino Motta suo giocatore a Napoli.
Qualche assenza veramente inspiegabile ma conoscendo il Tau
lui ci avrebbe fatto una delle sue battute taglienti ed una bella risata.
Claudia Taurisano mi ha chiesto se volevo dire qualcosa per
ricordarlo, un grande piacere ma è stato veramente difficile, l’emozione non era
facile da controllare, mi sono trovato a parlare tra Allievi e Recalcati
cercando di portare il mio ricordo personale, la gratitudine di noi allenatori
e di tutta la Napoli cestistica che domenica ha giocato con il lutto per
ricordarlo
Per me il Tau era il mitico COACH DI CANTU’ quando bimbo quindicenne giocavo partite solitarie nel mio giardino, tra Forst e Simmenthal per cui tifavo, imitavo Vittori, Pieri, Marzorati, il gancio di Merlati.
Quando iniziai ad allenare nel 1973 Basketball Boom Story
era la bibbia, La Pallacanestro, di cui avevo solo le fotocopie, il vangelo. Mi
esaminò a Rimini nel 1981 per il corso allenatore nazionale, ero terrorizzato.
Nel 1982 mi volle come assistente a Napoli, si presentò a
Chianciano con i suoi quadernoni con la programmazione completa, le difese, gli
esercizi, gli schemi, IMPRESSIONANTE la sua metodologia, un’organizzazione
all’avanguardia.
Ma non avevo capito ancora nulla, perché il TAU era
fondamentalmente un uomo di campo estremamente pratico, un grande conoscitore
di uomini che sapeva scegliere e gestire, anche i lazzaroni come li definiva
lui.
Una simpatia dirompente, una capacità di risolvere ogni problema con coerenza, decisione ed un sorriso, divenne un idolo a Napoli insieme a Mamma TAU, l’inseparabile Germana.
Quando decise di smettere mi disse “Roberto non mi riconosco
più in questo mondo, voglio dedicarmi alla mia famiglia ed alla mia azienda” ed
uscì in punta di piedi.
Ho continuato a collaborare con lui per la formazione con il
CNAG ed il CNA, per i suoi ultimi libri ma soprattutto ho avuto da lui i
consigli che, mio padre morto in quegli anni, non poteva più darmi.
I consigli del TAU… diretti, taglienti ma preziosi che mi
hanno aiutato a scegliere la giusta via da percorrere.
Io non sono mai stato un grande allenatore ma ho avuto la
fortuna di lavorare con i più grandi coach degli ultimi 50 anni, il TAU è stato
il primo e mi ha insegnato a diffidare da chi mette distanza, da lui ho
imparato che i grandi sono persone semplici e dirette, grazie a te maestro di
vita e di sport!