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Ciao Enzo

Era il 1973, dovevo far omologare il campo dei gesuiti a via Petrarca, andai al Coni a Santa Maria degli Angeli a parlare con il professor Salerno che mi presentò Enzo Caserta. Da allora ho avuto contatti sempre più forti con lui.

Per me erano il Basket, da quando in A li seguivo con la Partenope, non c’era partita a cui mancassi. Il campionato, le due Coppe Italia, la Coppa delle Coppe, e poi ci arrivai davvero in Partenope, accompagnato da un altro grande che ci ha lasciati, Salvatore Furnari.

Nel 1975 iniziai ad allenare la squadra Ragazzi B ed il mini basket.

Enzo era apparentemente burbero, uomo-società come pochi, preferiva attrarre su di se tutti gli scontri pur di proteggere la società ed il presidente. Anche io ebbi contrasti con lui ma alla fine tornava sempre il sereno.

Conosceva il regolamento come pochi, trovava sempre una soluzione, mille battaglie vinte con lui.

Quando la società passò al l’ingegner De Piano lui divenne il suo braccio destro, le decisioni tecniche le prendevano gli allenatori e lui operava. Antesignano del dirigente moderno! Una linea precisa che purtroppo oggi è spesso dimenticata: la proprietà che decideva budget ed obiettivi, l’allenatore che indicava le linee tecniche, scegliendo staff e giocatori, il DS che organizzava e conduceva la società senza interferire sul tecnico. Si vestiva spesso dei panni del cattivo per il suo presidente che poteva poi intervenire per mediare. Il PalaBarbuto è un po’ una sua creatura. Me lo ricordo con la Giulietta Sprint Veloce e, gli ultimi anni, con la sua 500.

Veramente simbolo di un mondo che non c’è più ma con intuizioni di modernità che noi tutti che lo abbiamo amato gli riconosciamo.

Mille ricordi mi passano davanti, dalle vittorie e sconfitte sui campi, alla sua maniacale precisione nelle trasferte: credo che non mangio più paillard e scaloppine da quando nel 1989 ho lasciato il Napoli Basket! Era il menu fisso con la pasta al pomodoro ed il riso all’inglese.

Ricordo il 1986 quando riuscimmo a convincere il Tau, suo coetaneo, a tornare, due anni splendidi dopo l’incubo della retrocessione della stagione precedente con me in panchina ma con Enzo e l’ingegner De Piano sempre a sostenermi.

Aveva avuto un ottimo passato come arbitro di Ok calcio fino alla serie A, era stato segnalinee del grande De Robbio, continuò per anni a fare l’osservatore per la FIGC.

Passó per l’avventura di Gianni Montella dalla B alla A2, ed in quella occasione ci rimise personalmente. Bello vedere stamattina, tra i primissimi, un saluto di Paolo Prato, torinese a quell’anno giocò a Napoli.

L’ultimo suo passaggio fu con il Napoli Basket di Mario Maione, come sempre eccezionale nel ruolo di segretario generale, perfetto nei rapporti con Federazione e Comune.

Chiusa quell’esperienza rimase sempre vicino a noi figli suoi nel basket, tutti quelli che gli sono stati vicini e lo hanno conosciuto da vicino. Ogni tanto mi chiamava per sapere come andavano le cose. Mi chiedeva del suo pronipote, non lo ha mai visto giocare, ma era felice quando gli dicevo che era come lui, silenzioso, concreto, non si arrendeva di fronte a nulla per raggiungere i suoi sogni.

Si è spento a 86 anni con a fianco la sua Pupa, compagna affettuosa di una vita, e con le persone che lo hanno conosciuto ed apprezzato diventandone figli e nipoti adottivi, molto più giovani lo adoravano ed assistevano come un papà. Ma resterà sempre il nostro Enzo, con il suo splendido sorriso.

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