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È cos’e niente…

Pure questa è cos’e niente, è vero?

Eh… è sempre cos’e niente.

Tutte le situazioni così le abbiamo risolte: è cos’e niente… è cos’e niente…

Non teniamo che mangiare: è cos’e niente.

Ci manca il necessario: è cos’e niente.

‘U padrone muore e io perdo il posto: vabbuo’, è cos’e niente… è cos’e niente.

Ci negano il diritto della vita: è cos’e niente.

Ci tolgono l’aria: vabbuo’, e che vvuò fa’? E’ cos’e niente…

Sempre cos’e niente…

Quanto sei bella. Quanto eri bella. E guarda a me, guarda che so’ diventato. A furia di dicere “è cos’e niente” siamo diventati cos’e niente io e te.

Chi ruba lavoro è come se rubasse danaro. Ma se onestamente non si può vivere!?

Jamm’, di’: “E’ cos’e niente…” io sto aspettando. Di’: “E vabbuo’, è cos’e niente!”. Di’!

E non piangere, che fai piangi? E’ cos’è niente. E se io esco e accido a qualcuno… è cos’e niente. E se io impazzisco e mi portano al manicomio e la gente ti domanda: “Ma scusate, ma vostro marito, ma perché è impazzito?”

Tu devi rispondere: “Così… per niente”.

E’ cos’e niente. E’ niente.

Eduardo De Filippo, “Peppino Girella” (1963)

È cos’e niente

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Riflessioni

Oggi sono 64, ripenso a come vedevo questa età da ragazzino e come la sento adesso… non li sento, il campo ritrovato mi sta dando una nuova energia, mi aiuta a superare i mille problemi che viviamo.

Una splendida persona al mio fianco ritrovata dopo una vita.

Un po’ di tristezza a vedere cari amici subire la mediocre falsità tracotante di personaggi purtroppo immortali. Ma che sia necessario essere mediocri e falsi per essere al vertice ? È una domanda retorica perché so che non è così, ma spiega la nostra società!

L’eterna lotta per il pane quotidiano che per noi sportivi è la disponibilità delle risorse per far giocare i nostri ragazzi, per aprire le palestre incredibilmente chiuse.

La felicità di guardare negli occhi i ragazzi e vederli crescere.

La felicità di tanti cari amici sempre al mio fianco.

La serenità di aver imparato ad ignorare le persone e le cose che non si possono controllare, aiuta a vivere meglio.

La certezza di voler vivere così trovando quotidianamente la forza di fare di più ed essere felici di poco purché sia vero!

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Poseidon, il perché di una meraviglia!

http://larep.it/2fVNVxt

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Il Trentino e Trento, esempio di cultura dello sport, Milano e gli haters

Ieri sera ho ammirato l’impresa di Trento che, meritatamente, ha superato l’Olimpia Milano conquistando la finale scudetto. Un risultato straordinario frutto di un grande lavoro organizzativo e tecnico, e della realtà sportiva della Provincia Autonoma di Trento, che con visione illuminata sostiene lo sport, la cultura, insomma svolge alla perfezione il suo compito, ciò che dovrebbe essere la regola per gli enti locali. 

Da 20 anni frequento il Trentino con la FIP, c’è una attenzione speciale per lo sport, per ogni sport di qualunque livello. Il CNA ha messo a punto il suo progetto Diventare Coach, co Ettore Messina, a Trento, al tempo c’era un assessore speciale come Ida Berasi, che con Toni Bridi, organizzava gli incontri. Il Trentino è la casa della Nazionale da anni con una disponibilità eccezionale!

Sono tre anni che provo ad avere Buscaglia e Trainotti al corso Allenatore Nazionale, per raccontare ai futuri allenatori la loro esperienza. Perché? Per dare una speranza a loro che si avvicinano a questo mondo, si può fare! E spero che questo sia l’anno buono!

Sono triste per Milano soprattutto per Flavio Portaluppi, mio ex giocatore in nazionale juniores, grande persona ed ottimo professionista!

Ma ciò che mi lascia basito sono i commenti violenti, pieni di insulti per tutti, si per tutti, perché ho trovato qualcuno che ha detto “non venitemi a parlare di programmazione per Trento…”.

Io non dico che non si possa criticare, ma perché insultare?

 Cosa deve rispondere Repesa a due giornalisti che fanno domande stupide, in quanto inopportune e fuori luogo.  Se non rispondere con due parole ed un sorriso?  Dovrebbe fare la classifica dei cattivi, pubblicamente dopo 15′ dalla fine della partita?

Ma restate sereni e divertitevi con il basket, se non vi piace fate altro, ma rispettate le persone! Soprattutto provate a pensare che chi fa certe scelte ha più titoli di voi per farle, se non vi piacciono contestate pure ma rispettate le persone!

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Ciao Carlos…

L’ultima volta che ti ho incontrato era nel novembre 1996, ero in Argentina per un Clinic. Mi venisti a prendere in albergo preoccupato che mi potessero rapinare, “Buenos Aires è diventata pericolosa, molto più di Napoli!”. Mi portasti in giro, nella sede della gloriosa Gimnasia ed Esgrima un palazzone con al sesto piano il campo di basket, poi al club, un fantastico centro con ogni tipo di campi in erba. Sempre affettuoso e carino. Ti ricordo quando guidavi in campo la grande Partenope con la tua classe, tiro, passaggio, atletismo. 

Tornasti in Argentina e fosti il primo a far arrivare giovani argentini in Italia. 

Eri sempre presente nelle varie discussioni su Facebook, con aneddoti, mai polemico. Spesso ti facevi sentire via chat, per fare due chiacchiere 

io sto bene e di quello che mi racconti penso lo stai anche tu,dato che fai il lavoro che ti piace e con i giovani. Forza!!! Mi ha fatto piacere averti ritrovato. Un abrazo

Stamattina ho letto la notizia e resta l’amicizia che ci legava, il ricordo di un grande giocatore e di una persona sempre disponibile.

Un abrazo Carlito

L’AperiBasket dal “BUONO”

Un incontro degli amici di Vivi Basket e di Salvatore Cautero con le specialità dello Charcutier, la cucina di Bianca e Roberto di Lorenzo ed i vini di Cantine Astroni, per sostenere la Campagna di Crowdfunding di Vivi Basket.

Siamo pronti! In questo AperiBasket in cui nulla è casuale, come con Vivi Basket, vogliamo esaltare le eccellenze della nostra terra con l’aiuto di grandi artigiani napoletani.

La scelta del luogo
Salvatore Cautero è un imprenditore che con passione cerca di dare grande qualità al suo lavoro. La sua bottega è un gioiello incastonato nella Napoli antica!

Il Menu
A Napoli il Danubio diventa Volturno, il pan brioche diventa pane cafone, e si esalta con i salumi di Salvatore Cautero.
E’ una Creazione di Bianca, bravissima a rivisitare il tradizionale Danubio con il pane casereccio ed i prodotti di Salvatore

Le Braciolette del Pulicano.
La Bracioletta del Cavalcanti è una polpetta senza uovo e cotta al forno, che deve la sua bontà alla qualità dell’impasto.
https://pulicano.wordpress.com/…/le-braciolette-del-pulica…/
E’ un piatto della grande tradizione della cucina napoletana, che preparerà Roberto di Lorenzo (il Pulicano), coach e cuoco per diletto, la ricetta è di Ettorino Ricciardi, cugino di mia mamma.

Murzelle ‘e mussillo fritto di Papà Luigi Cautero
Le “murzelle”, di baccalà o di stocco, sono le rifilature ottenute dalla preparazione del mussillo, ossia filetto di baccalà.
La cucina circolare, nulla si scarta, cucinate con maestria da Luigi, il papà di Salvatore Cautero, grande esperto di baccalà.

I Vini di Gerardo di Cantine Astroni, sono prodotti a poca distanza dal Polifunzionale di Soccavo, dove Vivi Basket svolge la sua attività, grande qualità grazie alla cura dei particolari che Gerardo e la sua famiglia mettono nel loro lavoro!

Qui puoi prenotarti online (è la seconda #ricompensa, scorri di un clic appena aperta la pagina)—> https://goo.gl/0Aw2QD

e qui il link per vedere l’intero progetto della campagna di crowdfunding—>https://goo.gl/VDKJPy

mappa—>
ecco come arrivare—> goo.gl/zaofxV

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My Women All Time Team

Comincio un gioco per riprendere i miei ricordi di basket. Oggi la mia squadra al femminile, tra amiche e conoscenti!

Nicoletta Caselin: il massimo, testa, cuore tecnica, donna straordinaria!

Marilena Rienzi: tutto, fosse nata altrove…, una vincente!

Cinzia Zanotti: ha vinto di tutto, adesso ottimo coach, gran persona!

Giovanna Cianciaruso: la Regina, tecnica, atletismo, cuore, grande oltre i risultat!

Nicole Antibe: una vincente, ovunque, sempre con il sorriso, ha vinto tutto, super!

Mara Invernizzi: una guerriera, da quando aveva dodici anni, un gran cuore, mai doma tra poco anche da dirigente!

Kate Ress: giocatrice straordinaria, sempre con il sorriso ma attenti a voi… coach e mamma!

Anna Maria Meterangelis: talento di altri tempi, tecnica e furbizia, una guerriera!

Luisa Corallo: tiratrice, cattiva il giusto, meglio girare al largo, coach e mamma super!

Carla Colaci: pivot di altri tempi. Mamma bravissima una guerriera!

Raffaella Masciadri: la capitana, poche parole tanti fatti, se si scioglie son guai, ha vinto tutto è lo farà ancora!

Francesca Amendola: un 4/5 d’antan, poteva essere discobola ma ha scelto il basket, la musica è il giornalismo. Amica di tutti ma attenti a voi!

Coach: Riccardo Sales, un gran tecnico, un gran signore, un maestro!

Assistente: Elio Annunziato, amico di sempre, grande persona!

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Uomini, mezzi uomini, ominicchi e…

“……..e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezzi uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) piglianculo e i quaquaraqua. Pochissimi gli uomini; i mezzi uomini pochi, che mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezzi uomini. E invece no, scende ancora più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi. E ancora più in giù: i piglianculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere con le anatre nelle pozzanghere, chè la loro vita non ha più senso e più espressione delle anatre”
Il giorno della civetta, Leonardo Sciascia

Mauro Berruto, un uomo, un allenatore, un esempio.

Mi è già successo di citare Mauro Berruto nel mio blog, una persona che apprezzo per i suoi principi. Nel comunicato in cui spiega le sue dimissioni c’è una lezione per tutti.

Oggi ho comunicato al Presidente Carlo Magri la decisione di rimettere il mio mandato di Commissario Tecnico della Squadra Nazionale di pallavolo nelle mani Sue e del Consiglio Federale.
Il clima generatosi intorno alla squadra, in relazione al provvedimento disciplinare nei confronti di quattro atleti da me deciso in occasione della Final Six di World League a Rio de Janeiro, mi ha reso consapevole di non sentire più quella fiducia completa nel mio operato che sempre ho sentito e che è condizione necessaria per poter svolgere questo straordinario compito.

Il dolore di rinunciare al mio ruolo di CT a un mese dell’obiettivo verso il quale tutto il mio lavoro era stato indirizzato nel quadriennio olimpico, non è negoziabile rispetto alla difesa di valori che ritengo fondamentali quali il rispetto delle regole e della maglia azzurra. Valori che ritengo altresì fondamentali nella mia visione di sport.

La commovente risposta della squadra successiva alla mia decisione (la vittoria contro la Serbia e, ancora di più, la coraggiosa sconfitta contro la Polonia campione del mondo) mi restituisce la certezza che sui valori tutto si fonda.

Tengo tuttavia, amaramente, questa certezza solo per me, ringraziando di cuore i 13 protagonisti di quelle due partite, perché il coro di chi ha letto nella mia decisione incapacità di gestione, inadeguatezza al ruolo, danno economico o addirittura causa scatenante di una brutta immagine per il nostro movimento mi fa pensare che il rispetto delle regole sia diventato merce negoziabile davvero.

Se così è il mio passo indietro è dovuto, perché non è e non può essere questo il mio modo di intendere lo sport e fare il Commissario Tecnico.

Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato con me in questi anni, atleti e membri dello staff, perché tutti mi hanno insegnato delle cose. Un pensiero particolare va ai 30 atleti che in questi quattro anni e poco più hanno esordito con la maglia azzurra. E’ un record di cui vado molto fiero perché regalare questa gioia non ha davvero prezzo.

Ringrazio tutti gli staff delle Squadre Nazionali giovanili e in particolare Mario Barbiero, motore inesauribile della nostra pallavolo maschile giovanile. Fin dal primo minuto ho voluto dimostrare come la nazionale Seniores fosse parte di un progetto comune che incomincia a quattordici anni con i Regional Days. Le nostre squadre giovanili stanno da qualche tempo brillando in Europa e nel mondo e considero questo fatto, insieme alla riforma dell’Under 13, un’ulteriore medaglia di cui andare fiero.

Ringrazio il Presidente Magri per aver realizzato, il 17 dicembre del 2010, il mio più gigantesco sogno di bambino. Sono passati da quel giorno anni, medaglie, vittorie, sconfitte. 134 volte ho sentito suonare l’inno di Mameli con il cuore che scoppiava di orgoglio e di rispetto per quella bandiera distesa davanti a me.

Tengo tutti questi ricordi ma ne scelgo uno: la fotografia scattata sul podio olimpico di Londra. L’onore più grande che potesse immaginare un ragazzo che aveva incominciato ad allenare in un oratorio della sua città.

Ho un ultimo desiderio che devo soprattutto ai miei figli Francesco e Beatrice: vorrei spiegare loro che il nuovo modo di comunicare fondato sulle opinioni espresse sulle pubbliche piazze virtuali dei social network, ha fatto sì che siano state di me scritte cose che spero loro non leggeranno mai. Dietro ai ruoli ci sono persone e il principio del rispetto della persona dovrebbe guidare anche questo nuovo modo di comunicare. Mi piacerebbe che Francesco e Beatrice crescessero con l’idea che rispettare le regole e le persone è talmente bello da essere rilassante. Mi piacerebbe che andassero orgogliosi del fatto che il loro papà, partendo dal nulla, abbia avuto l’onore infinito di rappresentare il nostro Paese. Mi piacerebbe fossero orgogliosi del fatto che, al di là di 7 medaglie vinte, il loro papà possa essere ricordato per averlo fatto sempre e comunque con onestà. Con fatica, con onestà e con la schiena dritta.

Mauro

Il Blog di Mario Berruto

Cultura dello sport e social

Nel gruppo Leggo la Gazzetta alla rovescia, Marco Del Checcolo, analizzando le polemiche sui risultati della scherma ai recenti mondiali in Russia, ha scritto benissimo di cultura dello sport ed uso dei social​.

  • “Ne abbiamo parlato più volte. E più volte ne torneremo a parlare. In Italia c’è un concorso di responsabilità (colpe?) che partono da lontano. Per invertire la tendenza, a mio modesto avviso, si dovrebbe partire oggi dalle scuole elementari e scalare via via tutti gli ambienti che influenzano la cultura. Se cominci con serietà oggi, sia chiaro, raccogli i frutti fra 20 anni. Detto questo, la vita reale offre molte più soddisfazioni di quanto non siano le molte vite filtrate dal desiderio di apparire. In questo, i social media sono un incubatore di troppa energia negativa.” (Marco Del Checcolo)