I dolori ci portano vicino alle emozioni. Stamattina sono stato svegliato da un messaggio che mi annunciava la morte di Enzo Caserta. Un’amica molto vicina alla famiglia, un esempio classico della comunione morale tra le persone che vivono Napoli.
Mi sono ritrovato dopo 20 giorni a vivere una grande perdita. Ho passato la giornata a ricordarlo a leggere le testimonianze di quelli che lo hanno conosciuto.
Nel pomeriggio sono andato al Policlinico per salutarlo. Nel padiglione 20 c’erano tanti ragazzi che studiavano, bellissimo. Ho chiesto dove fosse la sala mortuaria ed una ragazza con gentilezza me l’ha indicata. Sono sceso nell’ade, un cunicolo sgangherato, passando davanti ad un ufficio dove due persone urlavano e sono arrivato in una grande stanza. Ho chiesto L informazioni e mi hanno indirizzato in una sala dove due salme aspettavano, coperte in parte, su di un marmo che un medico desse il permesso di ricomporli in una bara. Lo aspettavano dalle 13… è arrivato alle 17.30!
Non lo avevo riconosciuto, quando mi hanno detto che era lui sono rimasto senza parole. Finalmente, ricomposto nella bara, ha ripreso le sue sembianze dell’uomo che in tanti hanno ricordato oggi.
Pupa, l’inseparabile compagna di una vita, sembrava volerci consolare. C’era Peppe Barra con la moglie, amici di una vita nel basket, mi ha chiamato un amico della FIGC, tantissimi hanno scritto. Ma io sono rimasto senza parole per questa nostra città.
Non avevo voglia di tornare a casa ed ho deciso di cercare un negozio, ho fallito un paio di volte per poi arrivare. L’ho trovato alla fine, superando le follie di Google Maps, in via Solimena, nel palazzo sede della mia alma Mater, l’Oriens Napoli. Un tuffo nella Napoli più vera, due persone splendide che amano il loro lavoro, che vivono con passione.
Sono uscito ed un forte aroma “dolciastro” mi ha assalito, mi sono girato intorno e ho visto un gruppo di giovanissimi, dai 13 ai 15 anni, che si passavano uno spinello. Ero a 50 metri da via Luca Giordano. Sono vecchio? Anagraficamente ho quasi 66 anni ma vivo tra i giovani, sportivi, che, forse stressiamo, come dice qualcuno, ma non vivono così. Io credo in Napoli, nei nostri ragazzi, in un futuro diverso!




