Archivi Blog

Chat

Casa Infante, i miei gelati preferiti

Mi piace lo stile che Marco Infante ha dato a tutta la sua produzione, dai dolci ai gelati.

Per me Leopoldo era sinonimo di taralli ‘nzogna e pepe, poi il mio caro amico Peppe La Marca mi fece scoprire il ciambellone con le fragoline. A questo punto Leopoldo divenne un riferimento anche per i dolci. Chi ha fatto fare il salto in avanti è stato Marco Infante nipote di nonno Leopoldo. Con il progetto Casa Infante e l’apertura di più punti vendita in città ha lanciato la gelateria e tanti altri prodotti frutto di studio della tradizione ma presentati sempre in modo originale, una certezza: qualità e bontà.

Io adoro i gusti tradizionali ma provo i gusti nuovi proposti, hanno tutti la caratteristica di equilibrio e riconoscibilità dei componenti. Il mio preferito? Percoche al vino Bianco!

Chat

Grazie Salvatore: Notizie che non vorresti ricevere

Sto per andare a letto e leggo un post di Ciccio, ma non ci faccio caso, dopo un po’ leggo un altro post e vado a vedere… resto senza parole!

Se la mia vita è cambiata con il basket lo devo a lui, Salvatore Furnari. Lo incontravo al Politecnico, me lo fece conoscere Nando Giordano. Un giorno, facendo fotocopie, mi chiese: “Vuoi venire ad allenare in Partenope?” No.n ci pensai un minuto e divenni il suo assistente con la più forte squadra junior di tutti i tempi: Pepe, Biondi, Prestisimone P., Biccardi, Bove, Mautone, Valentino, D’Orazio, Liguori M., Liguori G, Moschino, di Vincenzo, Coppola. Non fosse nata a Napoli sarebbe arrivata ai massimi livelli, siamo sul 195cm di media. Fantastici fisicamente, bravi tecnicamente, pieni di cazzimma! Il mio è sordio in panchina fu a Torre del Greco, al Liceo Tasso, clamoroso intermezzo con Fausto Silvetti che rincorreva Gigi Tucci con una scarpa. Quella squadra arrivò alle finali nazionali ma fu sperperata dallo “stranierismo ” napoletano.

Con Salvatore sono rimasto in contatto, veniva a Napoli per il suo lavoro al RINA. Vedevo lui così come Roby Boccia, che lo aveva ospitato nel suo periodo napoletano.

Un abbraccio Salvatore, ti voglio bene e grazie per avermi avviato sulla strada più bella del mondo!

Chat

Notte di San Lorenzo, stelle cadenti e dolci ricordi

Il mio primo ricordo di una notte con il naso all’insù risale al 1974. Eravamo a Galaxidion in Grecia, su di una splendida terrazza, ospiti di una signora, compagna di un importante politico greco dei tempi. Invero non proprio un tipo raccomandabile… Avevamo accettato l’invito con piacere, l’unico problema fu che la mia ragazza si ritrovò con un improvviso e violento attacco febbrile. Ci fu poco da vedere le stelle, che pure cadevano in abbondanza, ma il ricordo è rimasto fisso in mente, una situazione tragicomica in una vacanza fantastica!

Un altro ricordo forte è legato a Carloforte. Ci andammo per caso poiché un’amica dovette rinunciare per un incidente dell’ultima ora del terribile pargolo. Partimmo in 5, con il mitico Peppe La Marca, due amiche ed una bimba. Una vacanza fantastica mare, cibo e cucina! Il 10 agosto decidemmo di fare una follia, cucinare un ragù napoletano! Un caldo esagerato ma la nostra bravura produsse una meraviglia. Dopo aver mangiato e bevuto alla grande prendemmo delle coperte e ci stendemmo sul prato, una notte senza luna ed una pioggia di stelle!

Il terzo ricordo è legato al mio amico Cesare Covino che per anni ha organizzato la Notte di San Lorenzo del basket ad Ischia. Si giocava a basket, poi pizza e birra e tutti stesi sul campo con il naso all’insù!

Stelle, desideri, dolci ricordi!

Chat

Acquavite di Albicocche del Vesuvio

E un mio ex giocatore ed oggi ottimo coach, mi manda un super prodotto di Maurizio Russo, viticoltore, fatto a Striano con le albicocche Pellecchiella del Vesuvio con distillazione a bagnomaria a vapore diretto, affinamento 6 mesi in acciaio e 2 anni in acciaio.

Cantine del Vesuvio

Chat

Erri De Luca, Napoli e la qualità della vita

L’ho sfiorato nella mia infanzia, mi piace il suo essere diretto, concordo nel non comprendere i criteri con cui viene stilata questa graduatoria. Napoli è certamente ciò che descrive Erri ma, purtroppo, tanto altro di poco funzionale. Difficile avere risposte certe, un servizio pubblico inaffidabile, insomma non saremo al 107* posto su 110 ma vivere a Napoli è veramente scoraggiante. Da turisti si resta abbagliati, a lavorarci è quasi impossibile. Un’altra nota: tanti imprenditori puntano sull’immagine di Napoli ma si guardano bene ad investire nei veri problemi di Napoli, valutano molto più produttivo investire sull’apparenza che sul cambiare lo status quo!

“Ecco come Erri de Luca sintetizza mirabilmente il concetto:

“Ignoro i criteri di valutazione ma dubito che siano adeguati allo scopo. C’è qualità di vita in una città che vive anche di notte, con bar, negozi, locali aperti e frequentati, a differenza di molte città che alle nove di sera sono deserte senza coprifuoco. Considero qualità della vita poter mangiare ovunque cose squisite e semplici a prezzi bassi, che altrove sarebbero irreali. Considero qualità della vita il mare che si aggira nella stanza del golfo tra Capri, Sorrento e Posillipo. Considero qualità della vita il vento che spazza il golfo dai quattro punti cardinali e fa l’aria leggera. Considero qualità della vita l’eccellenza del caffè napoletano e della pizza. Considero qualità di vita la cortesia e il sorriso entrando in un negozio, la musica per strada. Considero qualità della vita la storia che affiora dappertutto. Considero qualità della vita la geografia che consola a prima vista, e considero qualità della vita l’ironia diffusa che permette di accogliere queste graduatorie con un “Ma faciteme ‘o piacere”.

Per consiglio, nelle prossime statistiche eliminate Napoli, è troppo fuori scala, esagerata, per poterla misurare.”

Chat

È cos’e niente…

Pure questa è cos’e niente, è vero?

Eh… è sempre cos’e niente.

Tutte le situazioni così le abbiamo risolte: è cos’e niente… è cos’e niente…

Non teniamo che mangiare: è cos’e niente.

Ci manca il necessario: è cos’e niente.

‘U padrone muore e io perdo il posto: vabbuo’, è cos’e niente… è cos’e niente.

Ci negano il diritto della vita: è cos’e niente.

Ci tolgono l’aria: vabbuo’, e che vvuò fa’? E’ cos’e niente…

Sempre cos’e niente…

Quanto sei bella. Quanto eri bella. E guarda a me, guarda che so’ diventato. A furia di dicere “è cos’e niente” siamo diventati cos’e niente io e te.

Chi ruba lavoro è come se rubasse danaro. Ma se onestamente non si può vivere!?

Jamm’, di’: “E’ cos’e niente…” io sto aspettando. Di’: “E vabbuo’, è cos’e niente!”. Di’!

E non piangere, che fai piangi? E’ cos’è niente. E se io esco e accido a qualcuno… è cos’e niente. E se io impazzisco e mi portano al manicomio e la gente ti domanda: “Ma scusate, ma vostro marito, ma perché è impazzito?”

Tu devi rispondere: “Così… per niente”.

E’ cos’e niente. E’ niente.

Eduardo De Filippo, “Peppino Girella” (1963)

È cos’e niente

Chat

Riflessioni

Oggi sono 64, ripenso a come vedevo questa età da ragazzino e come la sento adesso… non li sento, il campo ritrovato mi sta dando una nuova energia, mi aiuta a superare i mille problemi che viviamo.

Una splendida persona al mio fianco ritrovata dopo una vita.

Un po’ di tristezza a vedere cari amici subire la mediocre falsità tracotante di personaggi purtroppo immortali. Ma che sia necessario essere mediocri e falsi per essere al vertice ? È una domanda retorica perché so che non è così, ma spiega la nostra società!

L’eterna lotta per il pane quotidiano che per noi sportivi è la disponibilità delle risorse per far giocare i nostri ragazzi, per aprire le palestre incredibilmente chiuse.

La felicità di guardare negli occhi i ragazzi e vederli crescere.

La felicità di tanti cari amici sempre al mio fianco.

La serenità di aver imparato ad ignorare le persone e le cose che non si possono controllare, aiuta a vivere meglio.

La certezza di voler vivere così trovando quotidianamente la forza di fare di più ed essere felici di poco purché sia vero!

Chat

Poseidon, il perché di una meraviglia!

http://larep.it/2fVNVxt

Chat

Il Trentino e Trento, esempio di cultura dello sport, Milano e gli haters

Ieri sera ho ammirato l’impresa di Trento che, meritatamente, ha superato l’Olimpia Milano conquistando la finale scudetto. Un risultato straordinario frutto di un grande lavoro organizzativo e tecnico, e della realtà sportiva della Provincia Autonoma di Trento, che con visione illuminata sostiene lo sport, la cultura, insomma svolge alla perfezione il suo compito, ciò che dovrebbe essere la regola per gli enti locali. 

Da 20 anni frequento il Trentino con la FIP, c’è una attenzione speciale per lo sport, per ogni sport di qualunque livello. Il CNA ha messo a punto il suo progetto Diventare Coach, co Ettore Messina, a Trento, al tempo c’era un assessore speciale come Ida Berasi, che con Toni Bridi, organizzava gli incontri. Il Trentino è la casa della Nazionale da anni con una disponibilità eccezionale!

Sono tre anni che provo ad avere Buscaglia e Trainotti al corso Allenatore Nazionale, per raccontare ai futuri allenatori la loro esperienza. Perché? Per dare una speranza a loro che si avvicinano a questo mondo, si può fare! E spero che questo sia l’anno buono!

Sono triste per Milano soprattutto per Flavio Portaluppi, mio ex giocatore in nazionale juniores, grande persona ed ottimo professionista!

Ma ciò che mi lascia basito sono i commenti violenti, pieni di insulti per tutti, si per tutti, perché ho trovato qualcuno che ha detto “non venitemi a parlare di programmazione per Trento…”.

Io non dico che non si possa criticare, ma perché insultare?

 Cosa deve rispondere Repesa a due giornalisti che fanno domande stupide, in quanto inopportune e fuori luogo.  Se non rispondere con due parole ed un sorriso?  Dovrebbe fare la classifica dei cattivi, pubblicamente dopo 15′ dalla fine della partita?

Ma restate sereni e divertitevi con il basket, se non vi piace fate altro, ma rispettate le persone! Soprattutto provate a pensare che chi fa certe scelte ha più titoli di voi per farle, se non vi piacciono contestate pure ma rispettate le persone!

Chat

Ciao Carlos…

L’ultima volta che ti ho incontrato era nel novembre 1996, ero in Argentina per un Clinic. Mi venisti a prendere in albergo preoccupato che mi potessero rapinare, “Buenos Aires è diventata pericolosa, molto più di Napoli!”. Mi portasti in giro, nella sede della gloriosa Gimnasia ed Esgrima un palazzone con al sesto piano il campo di basket, poi al club, un fantastico centro con ogni tipo di campi in erba. Sempre affettuoso e carino. Ti ricordo quando guidavi in campo la grande Partenope con la tua classe, tiro, passaggio, atletismo. 

Tornasti in Argentina e fosti il primo a far arrivare giovani argentini in Italia. 

Eri sempre presente nelle varie discussioni su Facebook, con aneddoti, mai polemico. Spesso ti facevi sentire via chat, per fare due chiacchiere 

io sto bene e di quello che mi racconti penso lo stai anche tu,dato che fai il lavoro che ti piace e con i giovani. Forza!!! Mi ha fatto piacere averti ritrovato. Un abrazo

Stamattina ho letto la notizia e resta l’amicizia che ci legava, il ricordo di un grande giocatore e di una persona sempre disponibile.

Un abrazo Carlito