Emma Bonino sull’attentato di Parigi

L’intervista di Antonella Rampino ad Emma Bonino su La Stampa di oggi

Emma Bonino, c’è il tentativo di scavare un solco tra Islam e Occidente in questo attentato ai giornale Charlie Hebdo? La violenza in questo caso è un fine o un mezzo? Si può considerare questa strage terroristica come l’11 settembre dell’Europa?

«In questo momento, credo, abbiamo ancora troppi pochi elementi. Sappiamo troppo poco della dinamica, e soprattutto dell’identità degli attentatori, non è indifferente se sono dei lupi solitari o se appartengono a organizzazioni come Al Qaeda o l’Is, che del resto aveva già minacciato l’Europa. Ma è evidente che hanno colpito un simbolo, la libertà di stampa e di satira, e il simbolo certo non è irrilevante, come non erano irrilevanti le Torri gemelle di New York. Il simbolo, l’obiettivo, serve per avere eco mediatica. Quello che mi preoccupa, per ora, riguarda noi: che non scattino i riflessi condizionati che scattarono nel 2001».

Il segretario di Stato americano John Kerry in verità ha subito dichiarato che non si tratta di uno scontro tra civiltà, ma di uno scontro con dei terroristi che si prefiggono di distruggere la nostra civiltà. Una bella differenza, con l’amministrazione Bush-Cheney…

«Il senso di responsabilità e i toni di misura e prudenza sono l’aspetto migliore dell’amministrazione Obama. Perché noi, noi occidentali intendo, abbiamo dimostrato di saper bombardare e far fuori i dittatori, come in Iraq e in Libia, ma anche di non sapere cosa fare dopo. Ed è grave. Mi auguro che non si precipiti nel riflesso condizionato del 2001, andando a buttar bombe alimentando islamofobia. E che anche in Europa si cominci a riflettere su come arginare il problema non solo in termini securitari, ma cominciando ad affrontarlo in termini politici».

E tuttavia come sempre con il terrorismo, anche quello di matrice islamica non può essere battuto se a ribellarsi non è anzitutto il mondo musulmano. Come si aspetta che reagirà l’Islam? C’è stata una
forte presa di posizione della comunità francese, e in Egitto un quotidiano ha addirittura ripubblicato le vignette di Charlie Hebdo…

«Non c’è dubbio che la reazione del mondo musulmano è fondamentale. Sinora è sempre mancata, ed è molto più difficile che si manifesti nei paesi islamici, forse perché non avendo diritti di cittadinanza i cittadini di quei Paesi non si rendono ben conto che gli attentati terroristici in Occidente hanno proprio i musulmani come obiettivo politico finale. Perché i terroristi si propongono di distruggere anche la loro, di civiltà. Se potessimo guardare anche all’attentato terroristico a Charlie Hebdo con gli occhi di un egiziano o di un algerino o più ancora di un siriano, vedremmo – o per meglio dire ci ricorderemmo – che i terroristi da noi commettono gesti efferati ma esemplari, su obiettivi a forte carica simbolica, ma fuori dall’Occidente uccidono musulmani a migliaia. E uccidono ogni giorno».

E le reazioni dei musulmani in Occidente?

«Da noi, quando la reazione si è timidamente manifestata, come hanno fatto i giovani islamici scesi in piazza contro l’Is a Milano lo scorso settembre, non hanno trovato grande eco. Nessuno se li è filati, per dirla chiara. Né i media, né la politica. Ed erano comunque proteste numericamente esigue. Qui c’è una responsabilità nostra, molti di loro non vengono riconosciuti né legalizzati, sentono solo che nei loro confronti c’è un’ondata razzista. Com’è che in Europa tra i leader di governo c’è solo la Merkel che parla dell’integrazione e dell’immigrazione, come ha fatto nel discorso di fine anno da Dresda? Com’è che solo lei ha il coraggio di porre il problema?»

Siria, paese splendido, distrutto dalla guerra

Sono stato in Siria oltre 20 anni fa, per un Clinic della Cooperazione Olimpica. Una bellissima esperienza, anche se è l’unico posto in cui ho avuto paura ad andare in macchina, traffico folle, Napoli, in confronto era la Svizzera.

Sirie insiemeMa l’esperienza umana è stata straordinaria, i collaboratori della Federazione Siriana erano super disponibili. Dopo ogni lezione ero con loro, mi portavano a vedere la città, Damasco, città splendida e i suoi dintorni.
Abbiamo visitato i monasteri paleo cristiani, i mercati, una voglia di contatto emozionante! Nelle occasioni ufficiali erano molto rigorosi mentre in privato, durante le visite, avevano atteggiamenti più rilassati e confidenziali.

Il penultimo giorno mi hanno portato dal presidente della Federazione Siriana, un generale, che mi voleva portare in giro in elicottero sulle alture del Golan… Declinai l’invito, non mi sembrò il caso, ma comunque ho un ricordo splendido, di persone che avevano voglia di relazionarsi con me, di far capire che per loro il basket è un linguaggio di vita!

Pensieri di libertà

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Una giornata di morte, il funerale di Pino Daniele, il bestiale attentato di Parigi, freddi animali.
Perché pensieri di libertà? Perchè Pino è un cantore della vita, della speranza, ha vissuto con grande intensità per passare questi valori.
Valori che a Parigi si sono voluti distruggere pensando che con la morte, con la paura si riuscisse a uccidere la libertà, la speranza, la vita.
Così come con la sua morte Pino Daniele continua a vivere nella musica e diventa un punto di partenza per Napoli, così Parigi deve rappresentare un momento di unità e non di divisione come tanti, troppi, vorrebbero che fosse.
Viviamo per la libertà, lottiamo e costruiamola ogni giorno.

http://youtu.be/lzIul9MiJA8

Digressione

Mille sensazioni, pensieri mi travolgono, mi tornano in mente episodi di questi giorni, una persona a me cara, sentita per caso, mi sussurra di doversi operare, un’amica ritrovata con cui parliamo a lungo delle nostre emozioni, una mail dagli USA che mi avvisa che una doppia operazione al cuore ha salvato un altro amico, mio ospite nei primi giorni di dicembre.

Stamattina mi sveglio per il continuo frusciare del mio cellulare: è morto Pino Daniele, colonna sonora della mia vita, ascoltato dal vivo il 16 dicembre scorso, in una serata di intenso piacere.

Scorrono i video, le canzoni, i pensieri, legando le sue parole a tanti episodi della mia vita.

Le emozioni vanno oltre la ragione, il desiderio di un abbraccio! Il sole riscalda casa mi viene in mente questa canzone con un ricordo tenerissimo, vivere la vita lasciandosi andare, prendere e dare tutto, sempre, con gioia senza rimpianti.