Ricordo che Paolo Fiorito dopo una partita a Fabriano, l’unica mia vera esperienza da professionsita, lontano da Napoli, mi disse “Roberto, sai qual’è il tuo problema, sei una persona perbene!” Rimasi un po’ scosso, ma dopo un anno e mezzo, quando chiesi di mandare via Ryan Lorthridge, americano lazzarone, come l’avrebbe definito Taurisano, che non contento di fare a modo suo ogni giorno, decise di non giocare una partita per salvare un compagno di scuderia, fui mandato a casa. Rifiutai di dimettermi, non c’era motivo, ma sbagliai subito dopo a non accettare Lugano e probabilmente chiusi lì la mia carriera da coach di squadre senior.
Tornai al mio amato settore giovanile ed in due anni demmo nuova vita alla nostra Alma Mater, la Partenope, triplicando gli iscritti, decisivi furono Sandro Di Falco, giurista di grande valore, con un glorioso passato come giocatore, allenatore e dirigente e Sandro Gelormini, ex rugbista, campione d’Italia con la Partenope, e importante commercialista. Sandro mi diede carta bianca, da amministratore delegato della Polisportiva, chiamò a fare il Presidente Vittorio Brun, della Napoletana Gas e coinvolgemmo di nuovo i soci fondatori, dall’Unione Industriali a tutte le aziende che, nel dopo guerra, ebbero la geniale idea di investire nello sport dando vita alla Partenope per dare un’opportunità di sport ai lavoratori ed ai loro figli.
UNA IDEA CHE POTREBBE AIUTARE A FAR RIPARTIRE LO SPORT IN QUESTO MOMENTO!
Da allora lavorare con i giovani è la mia vocazione, mi spingono gli insegnamenti del professore Salerno, coinvolgo gli amici, i genitori cerco di superare le difficoltà, ma la cometa è sempre quella del professore “Formare i ragazzi collaborando con le loro famiglie “
Ci ritroveremo dopo tutto questo e credo che la responsabilità individuale ed il saper essere farà la differenza, ecco perchè Paolo Fiorito non aveva del tutto ragione!




